BERESHIT 5781: 4 SPLENDIDE LEZIONI!
Inizia con Bereshit Gen 1 – 6, 8 lo studio del ciclo annuale di Parashot che leggeremo questo SHABBAT 17 Ottobre 2020 – 29 TISHRÌ 5781
HAFTARÀ:
Italiani: Is. 42: 1-21 Milano/Torino/Sefarditi: Is. 42: 5-21
Ashkenaziti: Is. 42: 5-43: 10
BERESHIT: DAMMI LA FELICITA’
Un volta un ebreo si rivolse a Dio e disse: “Signore del mondo, voglio servirti con tanta gioia ma ho così tante difficoltà che non posso essere felice, sono disposto a dare quello che mi chiedi, anche tutto ciò che ho, ma dammi solo gioia”.
Dio gli chiede: “Quanti soldi hai?”. “Mille rubli” risponde l’ebreo. Dio gli dice: “Va bene dammi tutti i tuoi soldi e ti darò gioia”.
L’ebreo chiede: “Davvero tutto? Forse mi lascerai 200 rubli per il carburante per l’auto?”. “Oh, hai una macchina?” Dio dice: “Allora dammi anche la macchina e ti darò gioia”.
L’ebreo implora: “Signore del mondo, senza macchina non potrò sostenere la mia famiglia!”.
“Oh sì, hai anche una famiglia? Sei disposto a darla per essere felice?”.
L’ebreo dice: “Come faccio a darti la mia famiglia rimango tutto solo e poi lascerà la mia casa vuota?”.
Dio gli dice: “Vedo che hai anche una casa…”.
L’ebreo si sveglia e dice: “Signore del mondo grazie per avermi dato tanti motivi per rallegrarmi e iniziare a servire felicemente il Tuo Nome”.
C’è un noto detto del Rebbe di Lubàvitch: “Come una persona si mette allo Shabbat Bereshìt, così è come andrà avanti tutto l’anno”. Sembra incomprensibile perché Shabbat Bereshìt sia così significativo e determinante? Durante ogni Shabbàt leggiamo una porzione unica e nuova della Torà e allora come mai proprio su Bereshìt viene detto un proverbio del genere?
Il Rebbe di Lubàvitch spiega che Bereshìt – Genesi è molto particolare perché la Torà descrive la creazione del mondo e più una persona è intrisa del significato interiore della creazione del mondo e cosciente che tutto è stato creato da un Creatore per un motivo che impariamo proprio in questa parashà e più facile sarà per lui adorare Hashèm durante tutto l’anno. Per cui questo Shabbàt è molto particolare e determinante per tutto l’anno.
Il Baal HaTanya spiega il verso nei Salmi (119): “Per sempre Hashèm la tua parola sta nei cieli! La parola con la quale sono stati creati i mondi, si trova costantemente nel creato per rinnovarlo di nuovo.
Ogni momento Dio crea di nuovo il mondo, e se per un momento non creasse il mondo semplicemente non ci sarebbe più il creato e quindi la vera realtà del mondo non è altro che la parola di Dio che lo crea in continuazione.
Questo è il motivo per cui Shabbat Bereshìt è così significativo per le nostre vite durante tutto l’anno, perché questo Shabbat dà a ogni persona il giusto valore del mondo ed enfatizza quanto la nostra esistenza non è casuale e che ognuno ha il dovere di trovare la sua missione in questo mondo e portare luce, positività e felicità: SENZA LA COSCIENZA CHE TUTTO HA UNA RAGIONE DI ESISTERE, NON SI PUO’ ACQUISIRE LA FELICITA’.
Quando una persona è impegnata nel suo lavoro quotidiano e vede tutte le difficoltà intorno a lui a volte sembra che il mondo interferisca con il servizio divino, allora Bereshìt ci spiega che il mondo intero è stato creato con la parola di Hashèm e questo si rinnova in ogni momento e quindi non può contraddire il piano di Dio di osservare i comandamenti, ma quell’uomo deve aprire gli occhi e vedere la divinità all’interno della creazione e quindi potrà adorare il Suo nome con gioia e senza ostacoli o distrazioni.
Con l’augurio che saremo benedetti con l’essere nella gioia perpetua e anche nei nostri tempi difficili ricorderemo tutto il bene che abbiamo, grazie a Dio e per la Sua grande grazia e, naturalmente, continueremo a pregare e chiedergli di darci sempre più bene, che è la redenzione vera e completa, molto presto nei nostri giorni.
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MAI SOTTOVALUTARE!
Uno degli argomenti trattati nella parashà Bereshìt è il comando Divino che Adam non mangi dall’Albero della Conoscenza. Il Midràsh ci racconta che il comando di non mangiare dall’albero proibito fu ordinato ad Adam il primo venerdì, dopo mezzogiorno alla nona ora del giorno, e il comando era valido solo fino all’entrata di Shabbàt. Ciò significa che la proibizione di mangiare dall’Albero della Conoscenza era limitata a tre ore.
Nonostante ciò, il primo uomo non riuscì a resistere quelle poche ora e peccò mangiando dall’Albero proibito. Ora è naturale porci la seguente domanda: “Come è possibile che Adam, creato a immagine Divina, non sia riuscito a dominarsi e a resistere alla tentazione di mangiare dall’Albero della Conoscenza per sole tre ore?”
La risposta è questa: lo scopo dello yètzer harà (istinto al male) è quello di provocare che si faccia il contrario della volontà di Hashèm, ossia impedire all’uomo di adempiere ai precetti, mitzvòt e allontanarlo da essi. E non solo, più è importante la “buona azione” o il precetto e maggiore è la forza che lo yètzer harà impiegherà per impedire la “buona azione” o la mitzvòt.
Ognuno può sperimentare questo su se stesso ogni giorno. Se abbiamo un atto da compiere o una cosa positiva da fare, ad esempio una mitzvà che per un altro è molto facile da realizzare, se lo yètzer harà ci disturba nel farla è perché quest’atto è particolarmente importante per l’anima di quella persona. In altre parole se per esempio troviamo grande difficoltà a visitare un malato, vuole dire che questa è la nostra missione.
È stato così anche per Adamo: è vero che il comando di non mangiare dell’albero proibito era molto semplice da eseguire, ma era al contempo di enorme importanza il rispetto di tale divieto. Per questo motivo lo yètzer harà impiegò tutte le sue forze per far peccare Adam.
Dalla storia dell’Albero della Conoscenza impariamo che una persona non può dire: “Questa mitzvà è troppo difficile per me, allora non la osserverò”. Oppure a volte una cosa che sembra facile o poco importante in realtà è di fondamentale importanza per noi e per la nostra anima, quindi richiede più impegno da parte nostra.
Per concludere, cerchiamo di adempiere a tutte le mitzvòt e i comandamenti che Hashèm ci ha chiesto di fare, senza distinzioni. E ricordiamo che la ricompensa di una “mitzvà è la mitzvà stessa”: la ricompensa per la mitzvà che facciamo è la benedizione che attiriamo su di noi con un buon gesto. In questo modo possiamo collegarci e avvicinarci a Dio ogni giorno.
לעילוי נשמת אבי מורי ורבי ועטרת ראשי
יעקב בן רחל ושלמה
In memoria di mio padre Yaakov ben Shelomo
Shabbat Shalom
Rav Shlomo Bekhor
Ti riporto i link delle lezioni on line su virtualyeshiva.it della parashà di questa settimana.
Shabbat Shalom
Rav Shlomo Bekhor
se il talmid non va dal rabbi, il rabbi va dal talmid!
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NON È BENE PER L’UOMO ESSERE SOLO:
EVVIVA LE DONNE!
1. Perché l’uomo viene creato senza la donna a differenza degli animali che vengono creati sin dall’inizio con la femmina. Per farci capire in maniera chiara che l’uomo da solo non può vivere, mentre gli animali non hanno questi dubbi, solo l’uomo può sbagliare.
2. Spiegazione Rashì, aiuto contro di lui.
3. Spiegazione Naziv, se lo aiuta è contro di lui, se polemizza lo aiuta
4. Piacere della luce solo nel buio, creazione dell’uomo per illuminare il buio come i due nomi di Ha-Shèm.
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Tra gli argomenti trattati nella parashat c’è il comando Divino che Adam non mangi dall’Albero della Conoscenza.
Il Midrash ci racconta che il comando di non mangiare dall’albero proibito fu ordinato ad Adam il primo venerdì, dopo mezzogiorno alla nona ora del giorno, e il comando era valido solo fino all’entrata di Shabbat. Ciò significa che la proibizione di mangiare dall’Albero della Conoscenza era limitata a tre ore.
Nonostante ciò, il primo uomo non riuscì a resistere e peccò mangiando dall’Albero proibito. Ora è spontaneo porre la seguente domanda: come e’ possibile che Adam harishon, creato a immagine Divina, non sia riuscito a dominare su se stesso e a resistere alla tentazione di mangiare dall’Albero della Conoscenza per sole tre ore??
La risposta è: lo scopo dello ietzer harà è quello di provocare che si faccia il contrario della Volonta’ di Ha-shem – impedire all’ebreo di adempiere alle mitzvot e allontanarlo da esse – perciò, secondo l’importanza della mitzvà e secondo l’importanza di colui che la esegue, gli sforzi dello ietzer harà prevalgono per impedire l’adempimento alla mitzvà.
Ognuno di noi lo puo’ sperimentare su se stesso: c’è una mitzvà che per noi è molto facile, ma nonostante ciò lo ietzer harà ci disturba nel farla, forse perché questa mitzvà in particolare è molto importante per la neshamà di quell’ebreo e per questo lo ietzer harà fa grandi sforzi per impedire all’ebreo di fare quella mitzvà.
E’ stato così anche per Adam harishon: è vero che il comando di non mangiare dall’Albero proibito era molto semplice da eseguire, ma proprio per la grandezza della sua importanza, lo ietzer harà si sforzò molto per far peccare Adam.
Dalla storia dell’Albero della Conoscenza impariamo che un ebreo non può dire: “Questa mitzvà è molto severa, allora la osservo con cura” oppure “Questa mitzvà è più facile, allora la osservo con leggerezza“; a volte, invece, una mitzvà ci puo’ sembrare facile ma in realtà è molto importante per noi e quindi richiede più impegno da parte nostra.
Le lezione precedenti su Bereshit:
BERESHIT 5772 – CREAZIONE DEL MONDO=PARTITA DI CALCIO
http://www.virtualyeshiva.it/2011/10/25/bereshit-5772-creazione-del-mondopartita-di-calcio/
BERESHIT 5770 – NON E’ BENE PER L’UOMO ESSERE SOLO: EVVIVA LE DONNE!
http://www.virtualyeshiva.it/2009/10/15/bereshit-5770-non-e-bene-per-luomo-essere-solo-evviva-le-donne/
BERESHIT 5769 -VEGETERIANO NELLA TORA’
http://www.virtualyeshiva.it/2008/10/23/bereshit-5768-vegeteriano-nella-tora/
[…] Per le altre lezioni: https://virtualyeshiva.it/2020/10/15/lezioni-su-bereshit-1/ […]