PINKHAS 5782 : 5 LEZIONI
Questo Shabbàt 23 Luglio 2022 24 del mese di TAMMUZ 5782 leggeremo la Parashà di Pinkhàs PARASHÀ
Num 25: 10 – 30: 1
HAFTARÀ
Italiani I Re 18:46-19:21
Sefarditi: Ger. 2: 4-28; 4: 1-2
Ashkenaziti: Ger. 2: 4-28; 3: 4
PINHAS: COME MAI FIGLIE DI ZLOFKHAD SUPERANO MOSHÈ?
Nella Torà ci sono lettere più grandi o più piccole della norma che nascondono un messaggio celato. Una di esse è la nun finale della parola משפטן-il loro giudizio. Il midràsh dice (Tankhuma Pinekhàs 9) che Moshè ha temporaneamente dimenticato la regola che in assenza di figli maschi l’eredità passa alle figlie femmine. In tal caso la nun finale (che ha il valore numerico di 50), insolitamente grande, allude al 50° livello dell’intelletto. Questa nun anomala spiega perché a Moshè non gli era stato ancora rivelato questo elevatissimo livello di conoscenza del divino. Questo concetto è collegato ai due modi in cui può essere letta la parola לפני che può voler dire sia davanti e sia superiore: “il loro giudizio dinanzi ad Hashèm” o “sopra Hashèm “. Quest’ultimo modo allude al 50° livello che trascende il livello di Hashèm il Tetragramma, pertanto esso non è percepibile da un essere umano. Per questo motivo è scritto che Moshè si era “dimenticato” la regola dell’ereditarietà delle femmine, poiché questa regola non la poteva apprendere in quanto il 50° livello, che è “sopra (il livello di) Hashèm”, è un livello troppo elevato (come la nun grande), anche per Moshè (Rabbenu Bekhaye). Moshè, infatti, raggiungerà questo livello solo nel giorno della sua morte sul monte Nevò, parola che in ebraico נבו forma l’acronimo “נ nun – בו bo” – “50 in esso”: solo nel giorno della morte Moshè percepisce il 50° livello.
Shabbat Shalom
Rav Shlomo Bekhor
Pubblico dal nuovo libro della Torà la panoramica di Pinekhas basata sui grandi insegnamenti del mio maestro il Rebbe di Lubavitch e metto il pdf della parashà intera con la sintesi e la haftarà.
Ogni lettore può avere il merito di essere socio di questa grandissima opera ed è fonte di grande benedizione.
L’ETERNITÀ NELLE NOSTRE AZIONI
Come Diventare Cohèn
Un tranquillo pomeriggio, Mr. Forbes, un ebreo non osservante, si presentò nello studio di un rabbino ortodosso e fece la sua proposta: «Mi chiamo Forbes e sono disposto a offrirvi 50.000 dollari se mi fa diventare un cohèn (sacerdote)».
Il rabbino si fece ripetere il nome dell’interlocutore e, a malincuore, dovette rifiutare la proposta dicendo: «Mi dispiace, Mr. Forbes, ma è fuori discussione. Solo se lei è nato cohèn, lo può essere». Mr. Forbes raddoppiò la proposta prontamente, ma si scontrò con un nuovo rifiuto del rabbino. Dopo alcuni rilanci, raddoppi e nuovi rifiuti, il rabbino decise di prendere del tempo per pensare: verificò che si trattasse effettivamente di un miliardario e comunicò a Forbes la buona notizia.
Il giorno dopo, il rabbino e i suoi consiglieri, tra grandi onori e festeggiamenti, conferirono all’uomo una medaglia e il titolo di “cohèn onorario”, in cambio della cifra di un milione di dollari. Al termine della cerimonia, il rabbino osò chiedere come mai per un uomo non religioso fosse tanto importante essere un cohèn.
«Ascolti, rabbino: mio padre era cohèn e mio nonno era cohèn… perché non dovrei esserlo anche io?».
Oltre le Nostre Aspettative
La principale lezione che possiamo trarre della porzione della Torà di questa settimana, Pinekhàs, è che siamo molto più di quanto pensiamo di essere…
Questa fondamentale lezione di vita l’apprendiamo proprio dalla parashà precedente (Balàk) che si è conclusa con un episodio molto bizzarro: un uomo quasi sconosciuto, di nome Pinekhàs, trafigge pubblicamente uno dei leader del popolo ebraico, Zimrì, il capo della tribù di Shimòn, assieme alla sua amante una principessa di midyanita! Poi ha fatto il giro di tutto l’accampamento di Israèl tenendo le vittime moribonde sospese in cima alla lancia per pubblicizzare il suo gesto! Così si conclude la parashà di Balàk.
All’inizio della parashà successiva, Pinekhàs, Dio ci informa che la ricompensa che Pinekhàs ha ottenuto per il suo atto fu che lui e la sua discendenza strinsero un “Patto di pace” e divennero cohanìm (sacerdoti) per sempre.
Tutto questo è molto difficile da capire. Innanzitutto, secondo la legge, se non si nasce cohèn è impossibile diventarlo. Un non ebreo si può convertire e diventare ebreo, ma un non cohèn non può diventare sacerdote. Perciò, come è possibile che Pinekhàs sia diventato un cohèn se non lo era mai stato?
L’importanza di essere o meno un cohèn è dimostrata dal seguente racconto. Una volta, il Rebbe di Lubàvitch disse a un uomo semplice, che era cohèn: «Io, con tutti questi libri – e indicò le centinaia di volumi alle pareti intorno a lui – non potrò mai raggiungere il tuo livello. Tu sei un cohèn, solo tu potrai lavorare nel Santuario». Dopo aver sentito una tale dichiarazione da un uomo eccezionale e fuori da ogni standard come il Rebbe, l’uomo iniziò a piangere dall’emozione.
In secondo luogo, perché proprio un cohèn? Perché Dio non poteva rendere Pinekhàs capo di una tribù ad esempio? E, infine, che cosa sta provando a dirci la Torà in questa occasione? Come è possibile che un fatto tanto sanguinario abbia condotto a un “Patto di PACE”?
Hashèm è Tutto
Innanzitutto, cerchiamo di comprendere perché Pinekhàs abbia ucciso Zimrì.
Zimrì stava cercando di distruggere l’identità ebraica togliendo pubblicamente l’aspetto di santità all’atto sessuale. La novità dell’ebraismo non è che si tratta della religione più valida o più “originale”. Anche se di fatto, l’ebraismo non assomiglia in alcun modo a qualunque altra religione, come diciamo ogni giorno: “Ein K’elokènu – Non c’è nulla come il nostro Dio”. Inoltre Israèl non assomiglia a nessun altro popolo, come notò Bil’àm (Bemidbàr 23, 9): “E un popolo che vivrà solitario tra le nazioni”.
Tuttavia, la vera novità dell’ebraismo è nel suo obiettivo, il suo scopo, ovvero rivelare Hashèm in questo mondo, in ogni sua aspetto, rendendo santo persino ciò che è fisico. Per questo motivo la preghiera Shemà ha un ruolo tanto centrale: è la fonte del comandamento di rendere Hashèm “uno”. Ossia di ottenere la consapevolezza che tutta la realtà, apparentemente multiforme e contraddittoria, a volte, in realtà è l’espressione di Dio, poiché tra Lui e il suo creato non esiste distinzione, Lui è UNO, tutta la creazione appartiene a questo UNO.
Un Gesto Eterno
Perciò l’atto sessuale è definitivamente rivestito di santità poiché, oltre a essere all’origine di ogni vita fisica, della famiglia e della società, è di per sé il più fisico degli atti (cfr. Rabbàn, Vayikrà 19, 2). Tuttavia, proprio per questo è anche il più SANTO degli atti umani. Pertanto è trattato come tale.
Perciò, quando Zimrì prese pubblicamente la donna midyanita per i suoi scopi personali, incoraggiò consapevolmente la distruzione dell’ebraismo.
La Torà riporta che tutti i presenti, compreso Moshè, sapevano che, secondo la Torà, Zimrì doveva essere fermato, ma si bloccarono per un momento.
La grandezza di Pinekhàs fu capire che tutto il mondo si trovava in un delicato equilibrio spirituale e che un solo atto avrebbe potuto far oscillare l’ago della bilancia per il bene o per il suo opposto (cfr. Ràmbam, Hilkhòt Teshuvà 3, 4) e che ogni istante del peccato di Zimrì costituiva una potenziale catastrofe per tutto l’universo. Quindi doveva agire subito e con determinazione assoluta.
Perciò rischiò la vita, uscì dall’oscurità per agire immediatamente e finì per salvare tutto Israele (e tutto il mondo). Egli diede al mondo una vita nuova e la sua ricompensa fu di diventare una persona totalmente nuova: divenne un cohèn e, secondo lo Zòhar e altre fonti, anche l’anima del profeta Eliyahu (che sarebbe nato oltre 600 anni dopo) entrò in lui. L’esistenza di un’anima e il suo venire dentro ad un corpo, sono fasi distinte.
Queste due ricompense, ovvero diventare un cohèn e ricevere l’anima di Eliyahu, sono adeguate ai suoi atti. La Chassidut (Likuté Torà Kòrakh 55, 3) spiega che, sebbene ogni discendente di Avrahàm abbia il potere di benedire (cfr. Bereshìt 12, 2), le benedizioni possono essere ritardate, ossia possono non avere un effetto immediato. Un cohèn, invece no! Il suo potere benedicente è speciale, perché ha il potere di tramutare rapidamente le benedizioni in azione. Questo è il motivo del dono del sacerdozio a Pinekhàs e alla sua discendenza. Una ricompensa adeguata alle azioni rapide di Pinekhàs. Allo stesso modo anche Eliyahu, come Pinekhàs, ha santificato se stesso (Mal. I, 19, 10) per il Patto santo di Dio, per questo le due anime vengono associate in una stessa persona.
Oggi come allora
Tutto questo è molto importante fino ad oggi. Oggi, come allora, il popolo ebraico si trova in condizioni difficili. La fede nel Creatore e nei Suoi comandamenti, nell’unicità del popolo ebraico e del suo posto speciale nella creazione, non sempre è evidente.
Tutti noi dobbiamo prendere esempio da Pinekhàs e fare qualcosa per salvare la situazione. Non possiamo più attendere un santo o un leader. Come Pinekhàs, ognuno di noi deve fare tutto ciò che è in suo potere per fare pendere il mondo dalla parte del bene… e persino un solo atto può essere sufficiente.
Rashì (Balàk 25, 6) ci dice che il motivo per cui tutti, tranne Pinekhàs, si bloccarono confusi era per dare a quest’ultimo la possibilità di ottenere quanto gli era dovuto. In altre parole, Dio stava aspettando che Pinekhàs dimostrasse il messirùt nèfesh, l’autosacrificio di sé.
Il Rebbe di Lubavitch ci ha informati che Dio sta aspettando che siamo disposti a sacrificare noi stessi anche oggi, in questo momento e in ogni momento: «Fa’ tutto ciò che è in tuo potere per portare Mashìakh».
È in nostro potere! E appena una persona inizia, Dio dà un’assistenza infinita: nuovi poteri per compiere cose che non avremmo mai ritenuto possibili. Noi POSSIAMO trasformare questo mondo in una benedizione: in un batter d’occhio vedremo che Eliyahu è già arrivato per annunciare l’arrivo di Mashìakh, e il mondo si trasformerà in un paradiso di bene e di vera pace. Vogliamo Mashìakh ora!!
Shabbat Shalom
Rav Shlomo Bekhor
La vita ci preserva tanti imprevisti e tante sfide. Si rischia di interpretare gli ostacoli in maniera negativa, ma in realtà è solo una nostra interpretazione. Gli eventi di per sé non sono negativi, è la nostra scelta di interpretarli negativi che li fanno diventare negativi.
LA VITA E’ BELLA E CORTA il più grande dono che abbiamo e non possiamo sprecarla perché ci lasciamo guidare dalla negatività, come quelli che riescono a vedere solo il mezzo bicchiere vuoto e sono sempre tristi.
IL NOSTRO MANUALE DI VITA LA TORA’ ci insegna proprio come fare a scegliere di guardare il mezzo bicchiere pieno e di essere ricchi di gioia e di vita, sempre armoniosi e sereni, sempre produttivi e tenaci, perché non esistono eventi tristi: SIAMO NOI A FARLI DIVENTARE TRISTI.
Ti riporto i link delle lezioni on line su virtualyeshiva.it della parashà di questa settimana.
Rav Shlomo Bekhor
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QUALE E’ LA BASE DELL’EBRAISMO?
Sappiamo che la Torà ha rivoluzionato il mondo a livello di filosofia, sociologia e psicologia.
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QUINTO LIVELLO DELL’ANIMA
LA VITA E’ BELLA E CORTA il più grande dono che abbiamo e non possiamo sprecarla perché ci lasciamo guidare dalla negatività, come quelli che riescono a vedere solo il mezzo bicchiere vuoto e sono sempre tristi.
IL NOSTRO MANUALE DI VITA LA TORA’ ci insegna proprio come fare a scegliere di guardare il mezzo bicchiere pieno e di essere ricchi di gioia e di vita, sempre armoniosi e sereni, sempre produttivi e tenaci, perché non esistono eventi tristi: SIAMO NOI A FARLI DIVENTARE TRISTI.
Un esempio di questo insegnamento lo troviamo in uno dei racconti della parashà di questa settimana che ti riporto qui sotto.
Ti riporto i link delle lezioni on line su virtualyeshiva.it della parashà di questa settimana.
Rav Shlomo Bekhor
la nuova Parashà di Pinekhàs sarà caricata su Facebook più tardi.
Qui sotto un estratto di un commento dalla nuova Parashà dal nuovo libro in anteprima.
Un fantastico approfondimento di vita sul periodo che viviamo e su Mashiàkh.
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I SAGGI DISCUTONO:
QUALE E’ LA BASE DELL’EBRAISMO?
Sappiamo che la Torà ha rivoluzionato il mondo a livello di filosofia, sociologia e psicologia.
Vediamo di capire insieme questo concetto in rapporto al sacrificio dell’agnello quotidiano mattina e sera
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LA VERA PACE שלום
PINKHAS
PINKHAS 5770 – COSA VUOLE DIRE AMORE SINCERO!
La domanda base che dobbiamo chiederci: ti amo perché sei bella o sei bella perché ti amo?
PINKHAS 5769 – I SAGGI DISCUTONO: QUALE E’ LA BASE DELL’EBRAISMO?
Sappiamo che la Torà ha rivoluzionato il mondo a livello di filosofia, sociologia e psicologia. Vediamo di capire insieme questo concetto in rapporto al sacrificio dell’agnello quotidiano mattina e sera.
PINKHAS 5768 – NATURA O HA-SHEM?
Perché appena qualcuno si attiva per fare opere di bene, viene criticato?
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