VAYISHLAKH : COME VINCERE LA RECESSIONE
Rigore e misericordia due approcci opposti ma in realtà complementari. Quando si uniscono i contrasti si rivela una luce infinita e una benedizione senza limiti.
Alcuni punti della lezione :
1. Rashì seleziona due Midrashim sulla parashà di Vayishlàkh, nei quali Ya’akòv assume due comportamenti apparentemente contrastanti. Due commenti relativi allo stesso versetto, anche se sembrano uno l’opposto dell’altro, sono necessariamente complementari.
2. L’Admur Hazaken, ovvero l’Alter Rebbe, il 19 di Kislev, subito dopo essere stato scarcerato, scrisse una famosa lettera nella quale, oltre a ringraziare D-o per la ritrovata libertà, citò il versetto “ki bemaklì ecc.”(Bereshìt 32,11), comunicando un messaggio mistico molto profondo attreaverso sette lettere.
3. Negli scritti del gande maestro Shelah ha-Kadosh Rabbì Yeshaià Horowitz, troviamo il significato di queste sette lettere. Che attinenza hanno con Ya’akòv?
4. Nonostante i suoi meriti e una promessa diretta di HaShem, Ya’akòv chiede umilmente la
misericordia di HaShem!
5. L’importanza del rigore e della misericordia sono i fondamenti per una preghiera ideale.
Link per ascoltare la lezione (o effettuare il download):
Link del video:
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in memoria di mio nonno Shlomo ben Hana Bekhor
Chi volesse dedicare una lezione mp3 alla memoria o in onore di un lieto evento, può contattarmi shlomo@mamash.it
Rav Shlomo Bekhor
B’H’ Carissimo Rav Shlomo,ancora un shiur impeccabile splendido!!!!!La spiegazione del corretto modo di pregare coniugando Hessed e Ghevurà, Zedakà ve Mishpat annulandosi davanti ad HAS-M senza però rinnegare i propri meriti x ottenere una Brahà infinita è a dir poco sensazionale.Yaakov fa proprio così e la ottiene diventando poi ISRAEL sintesi TIFERET di Hessed e Ghevurà.HAZAK BARUH,SKOIAH;ke HAS-M ci mandi subito MASHIAK TZIDKENU bimerà beiamenu bekarov,AMEN.
Carissimo Rottas, ho molto apprezzamento delle tue belle parole che mi scrivi sempre anche se non riesco a scrivere questo ma sappi che lo penso.
Invito tutti gli altri ascoltatori a commentare, chiedere e rispondere anche per chi si sente di farlo, per mantenere vivo questo blog.
Abbiamo investito tante energie per migrare in questa nuova piattaforma dove si può anche commentare le lezioni, per cui invito TUTTI i nostri alunni virtuali a rendere vivo questo nuovo reparto di http://www.virtualyeshiva.it
Shalom uvraha
rav Bekhor
Trovo l’intervento interessante anche se mi sorgono dei dubbi e avrei bisogno di chiarimenti. Il povero e il ricco: il povero in quanto povero non riesce ad avere altro che quanto gli manca per il solo fatto che essendo povero non ha meriti.. ed allora uno che diventa povero per un caso della vita, e sempre per quel caso della vita che forse è servito ad ararlo come un campo per fargli capire certe cose o per farlo uscire da certe situazioni che deve fare? Non ha meriti perché è povero, è distrutto da quanto è successo, è prostrato mentalmente perché la vita lo ha provato… che fa? Non può chiedere ad Hashem che un piatto di pasta o i soldi del mutuo? Esistono vari tipi di povero voglio dire…c’è l’incapace che poveretto non riuscirà mai a fare altro ed ha bisogno di assistenza per mangiare o pagare l’affitto ma c’è anche chi è diventato povero per alcuni fatti che sono causati dalla vita o per alcune scelte sbagliate. Non ha meriti. Ha solo un fagotto di guai alle spalle. E’ già stato arato…Che deve dire? Signore non ho meriti. Ho sbagliato. Per il tuo amore salvami…Non può umiliarsi di più perché già la vita lo ha spogliato di tutto a causa delle sue scelte errate .E allora che deve fare? Spero che anche in questo caso come si dice…i soldi vanno ai soldi.Spero di aver capito male…altrimenti non c’è speranza..
Tra l’altro sempre per tornare sull’argomento : oggi ci sono vare tipologie di povertà. Ci sono i clochard ma ci sono anche padri di famiglia con 900 euro il mese che non sanno come fare, ci sono i falliti perchè in due anni le cose sono cambiate, ci sono i pensionati che per colpa di un inserimento di una moneta unica ad un cambio inaccettabile sono stati costretti a dormire in una scatola. Quello che voglio dire.. Queste persone già versano nell’indigenza, sono già stati umiliati dalla vita. Sono stati facilitati nella prorpia umiliazione. Il ricco che chiede di fare un affare da due milioni di dollari perché poveretto non si accontenta, deve umiliarsi per avere di più ed avere una benedizione illimitata. Ma un disgraziato che per colpa di una situazione politica si trova in mezzo ad una strada e a cui resta solo la misericordia divina per tirare a campare, non ha diritto ad avere altro se non un piatto di pasta, perché essendo già stato umiliato non può umiliarsi ancora… NOn gli spetta perché non ha meriti perché è divevntato povero, non gli spetta perché non ha niente di cui umiliarsi…che fa? Allora i soldi vanno davvero ai soldi… Mamma mia…spero di aver capito male..
Un’ultima domanda…la figura del ricco.. se ho capito il ricco per essere divenuto ricco ha dei meriti. E su questo non ci piove sopra. Ha la cosiddetta marcia in più. Se però il ricco diventa ricco grazie a compromessi, corruzione, non pagando tasse o commettendo qualche fregatura anche verso gli altri, anche se ha fatto ( bontà sua ) un po’ di carità o ha pagato la decima ( spero non sulla denuncia dei redditi fatta alla agenzie delel entrate, magari, dopodiché non pago della sua ricchezza, si mette a pregare dicendo:” Signore, io ho dei meriti, ma non ne tener conto ma chiedo per la tua misericordia che quell’affaruccio mi vada bene..” Beh, ottiene comunque la misericordia e la benedizione? Insomma si sarà anche umiliato, ma credo che qualcosina da dire ci sia…Insomma il povero che diventa povero ottiene niente anche se se non ha grandi meriti o non ha avuto grandi occasioni mentre il ricco a volte si lascia andare in azioni poco edificanti pur di restare ricco, può ottenere la benedizione…sono certa di non aver capito o che mi manca qualche passaggio. Se le cose stanno così ho poco da stare allegra.
Caro Rav, credo che il significato della Parasha sia che non dobbiamo dare per scontato l’aiuto divino. Credo che tutti noi vorrebbero l’aiuto, ma non possiamo essere giudici di noi stessi. Chi dice a noi quanto ci siamo impegnati in questo nostro cammino terreno se non noi stessi?
Credo di aver compreso il discorso del ricco e del povero. Facile per il povero chiedere la benedizione che viene dal cielo. Difficilissimo per il ricco chiederla ad HaShem, perché solitamente il ricco pensa di meritarsi la benedizione indipendentemente dal suo comportamento e dai suoi averi. Per lui chiedere la benedizione è una totale sottomissione.
Sempre molto interessanti queste lezioni…Grazie…Shalom
Cara Lorenza, perdonami e permettimi di dedicarti queste poche parole. Spero tanto che tu le legga. In tanti ci si trova ad avere problemi di ogni sorta, soprattutto in uesto periodo. Leggo nel tuo commento tanta rabbia e anche tanta sofferenza. La sofferenza di chi sta vivendo sulla propria pelle le brutture della vita e la diversità di risorse per vivere tra una persona normale toccata dalla crisi e chi non sa che cosa sia racimolare i sodi per mettere un pasto in tavola. Sono anch’io molto abattutta e pressata da ogni parte, ma cerco di avere fede. Sono certa, anzi certissima, che prima o poi la mano di D-o scenderà su tutti noi. Non stancarti di pregare, ricordando che non si prega per ottenere benefici. Si prega perchè si ama. Noi non conosciamo il disegno divino. Non lasciarti abbattere…lo so, è tanto difficile e bisogna trovarsi in mezzo al pantano per comprendere che cosa sia. Un saluto e, anche se non ti conosco, un abbraccio.
B’H’ SHALOM e Brahà a tt e Hazak Baruh a Rav Bekhor x i suoi splendidi Dvar Torà.Rispondo a Lorenza alla quale vedo ke già Daniela Montani ha dato delle belle e sentite risposte.Tutto quello ke ci accade sono delle Nissaion (prove) e nessuna di queste è al di sopra delle nostre possibilità. Le prove ke ci vengono date sono commisurate alle ns capacità:un Re avrà prove da Re un impiegato avrà prove da impiegato ma al di là della professione anke PincoPallino avrà prove adeguate alla sua personalità ed alla sua Anima. La ricchezza e la povertà sono delle prove:sappiamo Bene quanti ricchi nn sono stati capaci di gestire la loro ricchezza e quanto pur ricchi siano infelici e la povertà mette in condizioni di arrangiarsi senza lasciarsi prendere dal panico e dallo sconforto. In Devarim è scritto: “nn ti spaventare e nn ti scoraggiare” le condizioni di ogniuno in questa VITA terrena sono prove. C’è poi un altro aspetto:il ghilgul la reincarnazione,riporto proprio una storia scritta da Rav Bekhor estratta dall’archivio storico di MAMASH EDIZIONI: “Recati in quella città, poichè sarà li che troverai la tua anima gemella!”. Il ragazzo fece quanto gli disse il rabbino, trovò un uomo che gli diede in moglie la sua brava figlia, accompagnata da una dote cospicua. Ma dopo tre mesi di felice matrimonio la giovane sposa morì. Il ragazzo tornò dal suo rabbino, che gli spiegò: “La donna che hai sposato in una vita precedente era stata un tuo socio che, oltre a farti dannare per tre mesi, ti aveva privato di una certa somma di denaro; la tua sposa è venuta quindi a riparare i suoi atti: facendoti gioire per tre mesi, ed a restituirti ciò di cui ti aveva privato nella vita precedente”. Proprio nel virtual yeshivà VAYESHEV fatto ieri, Rav Bekhor spiega benissimo come i progetti ed i programmi ke l’essere umano fa col libero arbitrio nn hanno nulla a ke vedere cn quanto viene deciso nei monti superiori, quindi le considerazioni capibilissime di Lorenza basate su causa effetto (errori, scelte sbagliate, sfortuna ecc.) nn vanno considerati così ma sulle scelte divine e sui ghilgulim ke determinanò quella ke in definitiva è la realtà. Pertanto come ben dice Daniela Montani noi dobbiamo avere FEDE ed impegnarci al massimo a fare il Bene e dare AMORE al prossimo pregando cn fervore xkè HAS-M è MIDERICORDIOSO e tutto ciò ke fa è solo x il Bene ke arriverà senz’altro al + presto bimerà beiamenu bekarov.AMEN.