KHAYE SARA: CINQUE CONSIGLI PER RAFFORZARE IL MATRIMONIO

Com’è possibile imparare le regole del matrimonio dall’acquisizione della tomba di Sarà?

1. Avrahàm Avinu acquista, a prezzo pieno e per una somma elevatissima, la Grotta di Makhpelà, per seppellire il corpo della sua amata moglie, Sarà, .
Nel Talmud, trattato di Kiddushìn, leggiamo che un uomo può acquisire in matrimonio una donna anche attraverso un pagamento di denaro. Questa deduzione è collegata al fatto che Avrahàm Avinu ha acquistato la tomba di Sarà con il denaro, come è possibile?

2. Morte, sepoltura e matrimonio: che legame esiste tra questi tre avvenimenti?

3. La Torà può essere studiata a quattro livelli: semplice, allusivo, per collegamenti e nascosto; esiste un quinto livello, che, alla fine, lega gli altri quattro. Che legame esiste tra lo studio della Torà e il matrimonio?

4. Come mai il Nachmanide, grande cabalista spagnolo, si interroga sulla discussione tra Avrahàm Avinu ed Efròn?

5. Approfondendo lo studio della Torà nei suoi cinque livelli, potremo capire sino in fondo
i suoi collegamenti e i suoi parallelismi con il matrimonio; e anche con il nostro rapporto con HaShem!

Per chi vuole approfondire i contenuti della Parashà può visionare il volume di Bereshìt :
VOLUME BERESHIT

Link per ascoltare la lezione (o effettuare il download):

Link della PRIMA PARTE del video:

Link della SECONDA PARTE del video:

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in memoria di mio nonno Shlomo ben Hana Bekhor

Chi volesse dedicare una lezione mp3 alla memoria o in onore di un lieto evento, può contattarmi shlomo@mamash.it

Rav Shlomo Bekhor

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Comments

3 risposte a “KHAYE SARA: CINQUE CONSIGLI PER RAFFORZARE IL MATRIMONIO”

  1. Avatar Rottas
    Rottas

    B’H’ Carissimo Rav Shlomo, credo ke questo Shiur sia 1 dei + lunghi ke hai fatto (1 ora e 45) e forse 1 dei + difficili. Ho dovuto riascoltare gli ultimi 20 min e debbo dire ke il 5° livello mi risulta ancora difficile da capire; ok annullarsi, ok spianarsi come un sadè Efron ma credo ke cmq un pò d’Amore deve esserci xkè se no andiamo ad un altro estremo.D’accordo faticare, impegnarsi insieme ma ci deve essere affetto se no nn può essere l’altra metà della Neshamà. In un Shiur precedente avevi detto ke il Rebbe consigliava ad una coppia di frequentarsi un pò prima di sposarsi e di prendere la decisione solo se ogniuno provava piacere a stare cn l’altro e se dopo un pò di assenza sentiva la mancanza dell’altro. Se così nn è allora il matrimonio diventerebbe una forzatura ed una costrizione x tutta la Vita. Ti abbraccio, SHALOM UVRAHA’.

  2. Avatar Daniela Montani
    Daniela Montani

    Il matrimonio a volte è un contratto tra due persona. Una fusione basata su quello che ognuno può dare di buono all’altro. Un matrimonio conveniente in cui ci sarà amore, ma non sarà basato sull’amore. La Parashà di questa settimana mi ricorda: prima del matrimonio un uomo investì i suoi soldi nel lavoro , in modo di dare agiatezza alla famiglia che poi avrebbe formato. La futura sposa invece aveva messo i suoi soldi in tutto ciò che era casa. Successe che, nelle controversie matrimoniali, la moglie rinfacciasse al marito che la casa è sua e che lui era solo un ospite. Sicuramente un matrimonio non fondato sull’amore, un matrimonio non nato in cielo. Quante persone che abitano lontano le une dalle altre, una volta incontrate non si lasciano più. Questo ci dice che già erano consacrati uno all’altra.
    Però il matrimonio deve essere basato anche sull’amore.
    L’amore rende arrendevoli, l’amore non permette di dire NO. L’amore scivola sopra ad ogni cosa, perdonando e dimenticando. Nell’amore non ci sono io e tu, c’è noi, ma soprattutto c’è Tu.
    Tu, nel centro della mia casa (anima), Tu la fiamma che mi riscalda, che mi nutre.
    Forse coloro che si sposano dovrebbero soffermarsi su quello che è l’amore. Nel matrimonio ci vuole questo amore disinteressato che spesso chiede di fare un passo indietro nelle dispute matrimoniali.
    Se si ama veramente a volte si deve cedere…uno dei due coniugi deve cedere. Cedere non è un gesto che sminuisce. Credo che chi lo fa ha in sé una grande forza. Se un coniuge dice all’altro una cosa cattiva, l’altro controbatte e, dai oggi e dai domani, la vita a due diventa una battaglia continua, sino ad arrivare all’ultimo colpo di spada…il divorzio.
    Bisognerebbe essere capaci di ritornare con la mente indietro negli anni e ricordare l’amore che si è provato per l’altro, le promesse scambiate e i sogni che si volevano realizzare.
    Mai cercare i lati brutti dell’altro, perché sicuramente li si troverà e diventeranno armi per offendere ed arrivare al divorzio.
    Non sono un’antifemminista, ma penso che la donna si debba levare i pantaloni e tornare ad essere più donna e non conducente di bulldozer o sindacalista nella propria casa. Non si deve sottomettere, ma cercare con il proprio compagno ciò che sia meglio per tutti, non dimenticando la dolcezza che dovrebbe essere sua prerogativa, perché è nel suo DNA
    SHALOM E GRAZIE PER QUESTE LEZIONI

  3. Avatar Daniela Montani
    Daniela Montani

    Caro Rav…Eccomi di nuovo…ho pensato molto da quando ho sentito questa lezione. La cosa sulla quale mi sono soffermata è quella dell’incontro di due persone che poi diventeranno marito e moglie. Un’unione scritta in cielo. A questo proposito posso fare il mio esempio, soffermandomi a quello che realmente è capitato a me per ben due volte. Poi formulerò la mia domanda che è nata dalle tue parole quando hai detto che ci si può sposare più di una volta, ma il marito resta sempre il primo.
    Sono nata a Milano ed ero piccola quando colui che diventò mio marito veniva nella mia via a rifornire un negozio, situato proprio di fianco alla latteria bar dei nostri amici.Non solo, il mio predestinato riforniva anche un negozio nella via di mia zia. Ma io ero troppo piccola per notare un uomo, andavo alla scuola elementare quando il mio futuro marito era quasi in età di prendersi una moglie. Nella mia vita le cose cambiarono, papà era stanco dell’aria pesante di Milano, tornava sempre a casa con il mal di testa, così, per questo motivo, ci trasferimmo dove abito ora. Finii le scuole e incominciai a lavorare come assistente all’infanzia nelle scuole nel periodo estivo, durante tutti i turni in cui si portavano gli alunni in piscina, spesso come assistente di bambini diversamente abili e dulcis in fundo accompagnatrice sullo scuola bus. Fu proprio sullo scuola bus che incontrai il padre dei miei figli. Una mattina non c’era il solito autista, ma un biondino con gli occhi azzurri.Incominciammo a parlere:”Come ti chiami, Dove sei nato? Dove abiti?” le solite domande, ma una cosa venne fuori, il fatto che lui era spessissimo nella mia via a Milano e, cosa molto strana, abitava anche dalle mie parti, precisamente dove c’era la ditta degli zii di mio padre e dove io vi passavo anche parecchi pomeriggi. Quando vidi quel ragazzo biondo sentii dentro do me una voce che mi diceva:” questo sarà tuo marito”. Abitare vicini, poi cambiare casa e andare in un’altra città dove trovarlo e dove decidere di sposarsi….se non è fatto deciso da D-o, non so proprio chi lo avrebbe potuto decidere?
    Ero bambina e appena arrivata nella città dove vivo ora .Erano le 21 e trenta quando suonò il campanello, io ero già a letto, ma, incuriosita aprii la porta della mia cameretta, lasciando una fessura dalla quale poter vedere chi c’era in anticamera, senza essere vista. Sulla porta c’era un uomo in camicia e cravatta con un completo impeccabile, che chiedeva a mia madre se era disposta a fare delle iniezioni alla nonna (mia madre era stata infermiera nell’ospedale di Niguarda).Mi soffermai un attimo a guardare quell’uomo, pur avendo solo 10 anni, ne rimasi molto colpita, tanto colpita che la sua immagine non si è mai persa nei meandri della mia mente.
    Mi sposai, generai per mio marito due bei figli, poi mio marito si ammalò e, piano piano diventò la metà della metà del suo peso, non mangiava da solo, non inghiottiva, non faceva i suoi bisogni, non so se soffrisse e se in fondo sentisse qualcosa, qualsiasi cosa…il suo cervello era solo un ammasso molliccio. Quando lo guardavo, lo lavavo e lo vestivo, mi sembrava di essere catapultata un campo di sterminio nazista, tanto mio marito era consumato.
    Una mattina, mentre giravo tra le corsie del supermercato mi scontrai con il conducente di un altro carrello. Quale fu il mio stupore nel vedere che l’uomo che lo spingeva era quello che da piccola suonò il campanello della mia casa. Sino a quel momento non lo avevo più visto, io avevo fatto la mia vita e lui la sua. Poi, la diversità d’età era tanta e gli interessi differenti…insomma, lo avevo perso completamente di vista, malgrado si abitasse a un tiro di schioppo l’una dall’altro…forse dipendeva dal fatto che lavorava e che ora, data l’età, era in pensione. I suoi capelli erano ingrigiti e notevolmente sfoltiti, ma era lui e, non so perché, il mio cuore prese a battere all’impazzata. Sentivo qualcosa che andava oltre ad ogni altra cosa…non so spiegare.
    In quel periodo, il fruttivendolo con il negozio sotto al mio palazzo, a cui evidentemente facevo pena, mi disse che mi avrebbe messa in contatto con un signore, intelligente e molto istruito, che aveva la madre con la medesima malattia degenerativa di mio marito.
    Una fredda sera di novembre sentii il citofono, era il fruttivendolo che mi chiedeva di scendere, perchè aveva il numero di telefono del signore con la madre malata. Tornata a casa telefonai subito….non esagero, rimanemmo a parlare per due ore, ma io non sapevo che aspetto avesse. Solo due settimane dopo ci incontrammo a fare la spesa dal fruttivendolo e, con sommo stupore vidi che era l’uomo del carrello del super e quello visto da bambina attraverso la fessura della porta.
    Mio marito, dopo un periodo da incubo, morì. Ma io non ero sola, al mio fianco c’era quel signore distinto. Da allora sono passati 18 anni. Sono stata più con lui che con mio marito…anche noi ci siamo messi insieme solo sei mesi dopo la sepoltura.
    Ecco, ora arriva la domanda…dal mio racconto si può notare che, indubbiamente, tutti i due compagni della mia vita li ho incontrati, non per mio volere, ma, perché in cielo c’è qualcosa segnato per noi già da prima che noi nasciamo. Allora, visto che sembrerebbe che entrambi siano stati messi sul mio cammino da una forza che va oltre , volta che le anime si riuniranno a Gerusalemme, la mia anima con chi andrà? Sarò divisa a metà tra i due uomini della mia vita?
    Quale unione è più importante, quella che ha generato figli o quella più protratta nel tempo?
    A pensarci…è una cosa pazzesca.

    SHALOM

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