LEKH LEKHA – PERCHE’ DOBBIAMO FATICARE PER LAVORARE?

Come mai Avrahàm sogna di ricevere la terra che gli era promessa, solo quando arriva in Terra Santa e vede le persone lavorare i campi con fatica?

Alcuni punti della lezione :

1. Avraham Avinu, il primo rivoluzionario del mondo!

2. A chi appartiene la Terra di Israele?

3. Qual’è il messaggio celato dietro al lavoro della Terra di Israele?

4. Esiste un nesso tra una mitzvà e il lavoro svolto durante i sei giorni lavorativi?

5. Perché è così importante lavorare?

6. Perché Hashèm non ha provveduto diversamente?

7. Come fa l’uomo a diventare “socio” di Hashèm, a collaborare alla
Creazione e diventare “parte” di Hashèm?

8. Questi concetti, vere lezioni di vita, sono stati spiegati in un discorso
Khassìdico. Nell’ anno 1972, l’11 di Nissan, giorno del suo compleanno, il Rebbe
di Lubavitch ha spiegato, nel corso del farbrenghen, perché Hashèm ha creato
l’uomo in questo modo!

Link per ascoltare la lezione (o effettuare il download):

Link del video:

*

in memoria di mio nonno Shlomo ben Hana Bekhor

Chi volesse dedicare una lezione mp3 alla memoria o in onore di un lieto evento, può contattarmi shlomo@mamash.it

Rav Shlomo Bekhor

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Comments

2 risposte a “LEKH LEKHA – PERCHE’ DOBBIAMO FATICARE PER LAVORARE?”

  1. Avatar Elena Ester Rivka
    Elena Ester Rivka

    Grazie Rav Bekhor per questa bella lezione. La sua voce e le buone parole di Torah e dei Maestri che mi arrivano attraverso questo schermo, al di là di Spazio e Tempo, mi danno conforto nella difficile battaglia che ogni giorno si rinnova, e illuminano di luce e di speranza un paesaggio che, da sola, vedo – spesso – solo arido e coperto di nubi tempestose.

  2. Avatar Giovanni
    Giovanni

    Carissimo Rav Bekhor,

    rimango amaramente stupito che un Sinodo (indubbiamente non può essere un Concilio, ma Sinodo) abbia dichiarato che La Terra di Israele appartenga al mondo Cattolico: è una cosa fuori da ogni realtà.

    Preciso: non mi sto assolutamente rivolgendo contro il suo commento, anzi, lo condivido se è stato riportato correttamente.
    Però vorrei avere almeno gli estremi di questo documento per leggermelo direttamente e solo dopo contestarlo anche pubblicamente se necessario.

    Un onesto cattolico cristiano assolutamente non può prescindere mai, neanche se gli fa comodo, dall’Antico testamento, diversamente non ha nessun senso di esistere un Nuovo Testamento, se questi non trova il suo fondamento Nell’Antico T.
    Non è onesto credere per un cattolico che il “Vecchio Testamento” sia superato.
    Ma dove?
    Andrebbe egli stesso contro le parole del Nuovo Testamento dove Gesù a chiare lettere afferma che è venuto non a cambiare la Torah (Legge-Ammaestramento), neanche di un Jod [Ora si può discutere tutto quello che si vuole su Gesù ma questo lo ha detto]; ed in un altro punto (Nel Vangelo di Giovanni, “La Samaritana”) Gesù assai chiaramente dice che “La salvezza viene da Israele”!!!

    Ci possono essere tutte le discordanze che vogliamo ma questa debbono essere legittime: in sintesi nessun Cattolico Cristiano che contesti il Vecchio Testamento (Ha ragione lei: Vecchio in che senso?) e contesti che la terra di Israele appartenga al Cattolicesimo assolutamente non può ritenersi Cristiano, oltre ad essere contrario a ogni logica.
    Semmai potrà parlare di un’Israele spirituale ma mai temporale.

    Che dietro frange del cristianesimo ci sia rimasto dell’antisemitismo (o che vi si nascondono astutamente) questo non si può negare, ma allora sono discorsi diversi e seriamente pericolosi.

    Si possono avere idee diverse, teologie diverse, ma fino un certo punto: non si può superare il senso Sacro della verità!

    Israele rimane e rimarrò Israele per sempre!

    Anche il senso del cristianesimo come “Nuovo Israele” va molto ben rimeditato, rivisitato quanto rivisto dal mondo Cristiano Cattolico e senza ambiguità.

    Personalmente rimango male quando sento e “sento” bene che si parla (o si insinua) di Israele, in certi contesti cattolici, come di un “superato”, come di un popolo sepolto. Ma questo è dettato -mi si permetta- dall’ignoranza del cuore e dalle ristrettezze mentali.

    Israele (Gli ebrei) faccia o no piacere hanno la loro missione in atto!

    E quando si parla di Chiesa “Cattolica” [Universale] deve intendersi quel “Cattolico” come segno escatologico: il già e non ancora!!!
    Quindi staremo a vederlo nella storia come questa “universalità concretamente si realizzerà.

    Ultima osservazione sul Vangelo. Gesù a chiare lettere dice che Lui tutto deve consegnare al Padre e non, quindi a Lui.

    Perciò, per il mondo e pensiero religioso cristiano, Gesù è il Messiah che redime il mondo e per mezzo di lui tutti ci salvano.
    OK, si può discutere, e questo rimane un problema aperto per dialettica reciproca e ognuno crederà in quello che sento vero nel proprio cuore secondo le sue proprie responsabilità.
    Ma che si venga a dire che la terra di Israele non appartenga a Israele questa è una follia vera e pura da qualsiasi parte essa venga.

    Mi complimento invece per le sue stupende lezioni sulla Bibbia, che andrebbero attentamente seguite da molti che si “credono” cattolici arrivati!!!

    Grazie per il suo impegno e per la nitidezza con la quale si esprime. Mi creda fa tanto bene a chi onestamente l’ascolta.

    Giovanni

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